Madonna della Lettera

Il culto della Madonna della Lettera arrivò a Finale tramite il casato dei Ventimiglia, marchesi di Geraci, proprietari feudali delle Madonie, comprendente anche il feudo di Finale. La borgata, residenza estiva della nobile famiglia, comprendeva una torre spagnola a picco sul mare, appositamente scelta dai marchesi come abitazione di sicurezza, mentre i cortigiani al seguito alloggiavano in una maestosa villa con ampia foresteria e grandi depositi di derrate alimentari. Antedecente al culto della Madonna della Lettera, i Ventimiglia veneravano il mistero dell'Ascensione. La ricorrenza era molto sentita nella piccolissima comunità che contava allora poco più di 50 abitanti.

La parentela collaterale con la famiglia Moncada di Messina, portò a Finale un originale riproduzione di un quadro dell'1800, di gusto bizantino, raffigurante una Madonna con in braccio il Bambino Gesù, reggente il mondo. Nella corona della Madonna era inciso "Regina Coeli Laetare Alleluya".

La solenne celebrazione veniva celebrata nella cappella di famiglia dei marchesi, tuttora esistente, in posizione antistante la torre di guardia.

Nella seconda domenica d'agosto ricade la festa annuale dedicata alla Madonna della Lettera.